Wine Upon a Time: A primi viti muscatedda
“Nel dialetto c’è la storia del popolo che lo parla” ed è per questo che vogliamo far conoscere un antico modo di dire del dialetto siciliano legato al mondo del vino e ad un vitigno autoctono della Sicilia a bacca bianca.
Parliamo della muscatedda o u muscateddu vrancu, il moscato bianco o moscato di Noto, da molti considerato l’unica varietà autoctona a bacca bianca del territorio del val di Noto.
“A prima viti muscatedda” nel dialetto siciliano
Nel linguaggio dialettale dei nostri giorni si utilizza per indicare, in senso figurato, uno di quei colpi di fortuna in cui le cose ti vengono bene “al primo colpo”.
La muscatedda era il tipo d’uva che produceva il vino moscato e nella zona sud del siracusano, ove si coltivavano viti per vino di quantità, era una rarità prediletta per la tavola del proprietario delle vigne.
Le viti venivano disseminate nel vigneto e nascoste alla vista per evitare che i ladri la rubassero tutta assieme una volta individuata.
L’espressione in uso ricorda quella di un ladro che, per pura fortuna, trova subito la muscatedda nascosta!
L’origine del detto “a prima viti muscatedda”
Il significato del detto potrebbe essere legato alla circostanza che la “muscatedda” è il nome locale della prima vigna che si vendemmia in queste zone, “prima vigna muscatedda” poi identificata nel dialetto come “a prima viti muscatedda”.
Le uve del moscato di Noto, “a maturazione precoce”, erano le prime uve che si vendemmiavano.
Tale ipotesi grova riscontro nell’esperimento, condotto dall’Ibam-Cnr in collaborazione con la cattedra di “Metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali nel mondo classico” dell’Università di Catania.
Il progetto “Archeologia del vino in Italia: un esperimento siciliano”, iniziato nel 2013, aveva l’obiettivo di verificare e mettere in pratica le antiche tecniche romane di produzione del vino riproducendo la filiera enologica secondo i dettami di agronomi ed enologi latini utilizzando esclusivamente metodi antichi: dal prelievo delle talee alla vendemmia, dalla distanza tra i filari allo scavo delle fosse e all’utilizzo di strumenti ricostruiti.
La prima uva proveniente dalla vigna sperimentale del progetto,accolta e vendemmiata nel settembre del 2014 è stata la muscatedda, il moscato di Noto.
Feudo Ramaddini e la muscatedda
Dopo la versione passita e naturale del moscato bianco, rappresentata dalla pluripremiata etichetta della Cantina “Al Hamen DOP Moscato Passito di Noto”, per promuovere l’identità della nostra terra abbiamo unito innovazione e tradizione e scelto di vinificare il Moscato di Noto, vitigno siciliano autoctono del Val di Noto per eccellenza, in una nuova etichetta: lo Spumante Moscato Brut “Perla marina”.
Il risultato ha sorpreso sia i winelovers di provata esperienza che i neofiti che hanno assaporato il nostro spumante “Perla marina”.
Se vuoi provare e gustare i nostri vini da uve di moscato di Noto puoi acquistarli nel nostro shop o degustarli direttamente in Cantina in degustazione.
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